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Ice wine: le origini, come si produce e come si presenta

Non è frequente sentir parlare di Icewine, un vino di origini romane, quindi molto antico. Produrli non è facile, occorre prolungare la permanenza dei frutti sulla vite, per poterli così raccogliere in inverno. Il vino ottenuto è dolce, di colore giallo dorato con sfumature tra l’ambra e il topazio, profumi intensi e variegati.

Ma nello specifico, cosa sono gli Ice wine?

Gli ice wines, o vini di ghiaccio, sono dei vini particolari per via del modo in cui vengono prodotti, e sono diffusi soprattutto nei paesi nordici, dove per altro sono stati scoperti, o meglio ancora, inventati.

Per produrli i coltivatori devono ritardare la maturazione dell’uva ed essere abili nel raccogliere velocemente i grappoli ancora congelati. Vengono così immediatamente pressati, per mantenere un’elevata concentrazione di zuccheri negli acini.

In questo modo l’acqua rimane ghiacciata ed evita la formazione della cosiddetta muffa nobile, consentendo il bilanciamento del vino e avvantaggiare l’unione tra dolcezza e acidità, a formare un tripudio di sapore.

Nonostante i maggiori produttori si trovino all’estero, anche in Italia godiamo di vitigni molto importanti nella zona nordica dell Alpi, comprendendone comunque alcuni anche in Emilia Romagna.

Origini e storia dei vini di ghiaccio

Si pensa che la loro scoperta sia riconducibile all’epoca romana. Grazie agli scritti di Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) scrittore e comandante romano, possiamo identificare la vendemmia di alcune uve nel periodo analogo ai primi ghiacci invernali.

Stando invece agli scritti di Marco Valerio Marziale (38/41-104 d.C.) poeta romano, le ciocche potevano essere lasciate sulla vite anche fino a novembre, quando il ghiaccio le ricopriva.

In merito allo stato delle uve, o sul tipo di vino che si otteneva non ci sono pervenuti scritti che spieghino i dettagli di raccolta e produzione. Tuttavia ad oggi vengono prodotti vini che potrebbero essere definiti gli antenati degli odierni ice wines, a Chiomonte, nella Val di Susa.

Prima di avere altre prove dell’esistenza di questo vino, dobbiamo aspettare il ‘700, periodo in cui nelle regioni germaniche si produceva il vino Rheingau, anche se la sovramaturazione di questo, non si è certi fosse da attribuire al ghiaccio.

Ciononostante, possiamo affermare con convinzione che il primo Ice wine mai creato, sia stato prodotto proprio nella Germania del 1794.

La nascita ufficiale degli ice wines

I testi indicano che la scoperta della possibilità di usare uve ghiacciate, è stata semplicemente un caso.

Nel 1829 in Rheinhessen la vendemmia fu poco buona e molte ciocche furono lasciate sulla vite perché non ritenute idonee alla vendemmia tradizionale.

La cronaca del tempo riporta che, nel Febbraio dell’anno successivo, decisero di provare a raccogliere quelle ciocche rimaste sulla pianta e si resero immediatamente conto che il succo contenuto negli acini, era molto dolce e saporito.

Da qui la decisione di pressarli per ottenere il mosto e provare così a realizzare i primi vini di ghiaccio, o come vengono chiamati in tedesco Eiswein.

Arriviamo così al presente, in cui le nazioni più attive nella produzione dei vini di ghiaccio sono il Canada, l’Austria e la Germania. Questi paesi sono riusciti, nel tempo, a crearsi un piccolo spazio nel mercato dei vini dolci.

Ma come vengono prodotti i vini di ghiaccio?

La loro produzione è tutto tranne che facile.

Le ciocche vengono lasciate tutto l’autunno e tutto l’inverno sulle viti e verranno vendemmiate solo a Gennaio, quando gli acini saranno avvolti da un velo di ghiaccio e l’acqua al loro interno sarà congelata.

La temperatura durante la raccolta e la pigiatura dovrà rimanere molto bassa ovvero sotto i 7 °C, questo perché il mosto che si vuole ottenere dovrà essere povero di acqua, mentre gli zuccheri, gli acidi e i sali, assieme a tutti gli altri elementi estratti, dovranno essere tanti e densi.

I produttori hanno dovuto inventarsi dei sistemi e costruire dei macchinari che gli permettessero di preservare il prodotto più a lungo sulla pianta, ma anche che li aiutassero a vendemmiare in condizioni climatiche sfavorevoli.

I più significativi sono i seguenti :

  • generatori di corrente che potessero lavorare anche sotto zero, visto che la vendemmia deve essere fatta alle prime luci dell’alba avere le uve congelate (minimo -7°C);
  • l’utilizzo di presse pneumatiche;
  • un sistema di controllo remoto della temperatura per evitare scongelamenti;
  • Il posizionamento di teli plastificati o reti di plastica per proteggere i grappoli dagli uccelli durante la maturazione sulla pianta;

Le tipologie di uve utilizzate

Le uve più usate sono quelle a bacca bianca come il Riesling, il Vidal e lo Chardonnay, ma ci sono delle versioni anche a bacca rossa fatte con Cabernet Franc e Blaufränkisch.

Questo tipo di vendemmia non si fa semplicemente tenendo le uve sulla pianta e lasciandole congelare, ma i processi di produzione di un Icewine sono più complicati e iniziano almeno l’anno precedente.

Occorre infatti preparare la vite con una potatura invernale un anno prima. Si prosegue così con la vendemmia verde e si svolge la defogliazione, la quale deve essere completata prima dell’arrivo dei primi freddi.

Nonostante la preparazione meticolosa, al momento della raccolta non tutte le ciocche saranno utilizzabili, ma potranno essere usate in una percentuale molto ridotta che va dal 5% al 15% del prodotto vendemmiato, nelle condizioni più ideali.

E’ questo processo infatti che determina il costo elevato della produzione di questi vini, anche se nulla è lasciato al caso e nonostante l’adozione di svariate tecniche.

Queste ultime avvantaggiano e velocizzano i processi, soprattutto paragonandole con quelle del passato, in cui tutti questi nuovi macchinari non esistevano, ma la produzione rimarrà sempre più complessa e meno produttiva di quella tradizionale.

Dove vengono prodotti nel mondo?

Nonostante i tedeschi storicamente siano stati i primi ad aver prodotto un Ice wine, i maggiori produttori al mondo sono i Canadesi. Tuttavia, la quantità di vino realizzata, rappresenta solo il 5% della produzione totale dei vini nazionali del Canada.

Il vitigno più utilizzato per ottenere questi vini è il Vidal, un ibrido a bacca bianca i cui acini hanno una buccia molto spessa, e si ottiene dall’incrocio tra Ugni Blanc (il nostro Trebbiano) e Rayon d’Or.

La produzione avviene soprattutto nelle zone dell’Ontario e in British Columbia dove, nel periodo tra Novembre e Natale, le uve sono sottoposte a temperature piuttosto basse.

Ciò permette la realizzazione dell’Ice wine, con delle condizioni adatte a concentrare all’interno dell’acino tutto il succo necessario a farlo diventare un vino molto dolce. 

Le caratteristiche che possiamo ritrovare in questi vini variano in base al tipo di uvaggio (vino ottenuto dal mescolamento di uve diverse) che viene utilizzato. Se si considera un Icewine fatto con un Gewürztraminer, si noteranno spiccate note di frutta esotica e floreale.

Se fatto invece con un Reisling, gli aspetti più particolari saranno la sua mineralità e la sua spiccata acidità. Per questo andrebbe abbinato a dei formaggi erborinati (gorgonzola, roquefort, stilton), dei dolci di frutta secca, o un semplice un tortino al cioccolato.

Un aspetto e gusto inconfondibili

Il vino ottenuto è dolce, di colore giallo, quasi dorato, con sfumature tra l’ambra e il topazio, il cui aroma evince profumi intensi e variegati. Durante la degustazione possiamo sentire il miele, le spezie dolci, gli agrumi canditi e la frutta sciroppata. 

Solitamente l’imbottigliamento viene fatto in bottiglie da 375 ml. Ciononostante, la quantità non impatta il prezzo in modo favorevole, infatti i prezzi possono essere piuttosto elevati.

Il vino di ghiaccio in Italia 

Attualmente la produzione Italiana si concentra al nord, nella zona che va dal Trentino Alto Adige al Piemonte fino alla Valle d’Aosta, senza dimenticare qualche produzione d’eccellenza presente anche in Emilia Romagna

Lago di Braies

Il più famoso, e l’icewine che vanta il vitigno più alto in Europa, si trova a Chiomonte in Val di Susa, viene definito “il passito del ghiaccio”. In questa zona la produzione si trova ad un’altezza di circa 800 metri, e le uve vengono raccolte rigorosamente a mano, prima che il sole sorga. 

A causa del surriscaldamento globale, la vinificazione di un Icewine sta diventando sempre più complessa e delicata, per questo sarebbe vantaggioso provarlo prima che la produzione da rara, diventi inesistente.

L’esperienza sarà unica, il gusto sarà vigoroso, dolce e denso, con aromi e sapori complessi, ma soprattutto unici. Mentre lo berrete pensate a quanto lavoro che c’è voluto per portarlo alla vostra tavola, vi farà vivere il momento più intensamente.

Infine, abbinatelo a quello che preferite: che sia un dolce o un formaggio. Provatelo anche senza accompagnarlo con qualche altro alimento, semplicemente per concludere una buona cena.

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