E’ finalmente iniziata l’estate portando con sé tante belle giornate e tanto sole…ma anche tanto caldo🌡️ Ecco a voi una bella e rinfrescante ricetta della pasta fredda tricolore con pomodorini, mozzarelline e rucola. I tre colori della bandiera nazionale per un piatto tutto italiano!
La pasta tricolore biologica, contiene soltanto ingredienti naturali e biologici, appunto. Infatti, il suo colore è dato dal peperoncino e dall’ortica, che la rendono una pasta particolare e già di per sé gustosa. Anche per chi non ama il piccante, questa pasta può essere una esperienza sensoriale da provare!
Come sempre, le nostre ricette sono accessibili a tutti e facili da preparare, ma stavolta ci siamo davvero superati in facilità. Qui sotto il nostro video completo della ricetta che vi farà venire fame.
Ricetta della pasta fredda tricolore
Iniziamo questa favolosa rinfrescante ricetta con la lista degli ingredienti:
- pasta tricolore Girolomoni BIO (quantità a scelta)
- pomodorini ciliegini q.b.
- bocconcini di mozzarella
- rucola
- basilico
- salt, as required
- olio evo q.b.
Process:
Preparare la pasta: far bollire l’acqua, aggiungere del sale grosso e cuocere per circa 8 minuti.
Appena pronta la pasta, scolarla e lasciarla raffreddare in frigorifero (penso più o meno mezz’ora, dipende dal frigo), ricordandosi di mettere un po’ d’olio in modo da evitare che formi un unico blocco.
Tirare fuori la pasta dal frigo e aggiungere i pomodorini tagliati a metà, le mozzarelline tagliate a metà, la rucola (io ho usato quella dei nostri vasi) e infine il basilico per dare il sapore d’estate.
Aggiungere dell’olio, se serve, io ho aggiunto anche pepe, e servire bella fresca per ristorare i vostri ospiti!
Consigli e curiosità
Non cuocere troppo la pasta, altrimenti da fredda perderà la sua consistenza e il suo gusto originari.
Non si sa quando sia stata inventata per la prima volta la pasta, tuttavia sappiamo che esisteva già nell’Antica Grecia: in un’opera del commediografo Aristofane, infatti, troviamo descritto un tipo di pasta simile ai ravioli che conosciamo noi oggi.
Negli scritti dell’Antica Roma, invece, troviamo spesso citate le “lagane” simili alle lasagne di oggi.
Sono stati gli arabi a importare in Sicilia la pasta di grano secco, perché era facile da trasportare durante le loro spedizioni esplorative, poiché leggere e poco deteriorabili.
La pasta veniva mangiata soltanto dai ceti meno abbienti, in abbinamento al pomodoro, con le mani su tocchi di carta.
Poi grazie a un ciambellano di corte nel Regno di Napoli si iniziò ad utilizzare la prima forchetta con 4 rebbi (prima della sua invenzione, le forchette avevano solo 2 rebbi) e la pasta venne introdotta anche a corte.
La pasta veniva impastata anche con i piedi: si credeva che l’impasto uscisse meglio. Tuttavia, Ferdinando II di Borbone la pensava diversamente e chiese di trovare un metodo alternativo. Così si iniziò a impastare con l’uomo di bronzo, ossia una macchina in grado di emulare il movimento delle mani degli operai.