In Italia, il 9,4% dei bambini soffrono di obesità infantile e il 20,4% è in sovrappeso (dato rilevato dal Sistema di Sorveglianza Okkio alla Salute), ma fortunatamente questo trend è in, lenta, ma costante diminuzione. Negli anni, in special modo si parla del 2008, la percentuale di bambini in sovrappeso e obesi è diminuita leggermente, lasciando spazio invece ad un aumento di (più) buone abitudini alimentari.
E’ necessario favorire una dieta bilanciata con i giusti nutrienti, in modo che i bambini mangino correttamente senza abbuffarsi o saltare i pasti: l’8% di questi ultimi, infatti, salta la colazione e il 33% non fa una colazione adeguata e equilibrata.
La differenza nel tasso di obesità tra i bambini si nota tra Nord e Sud: al Nord circa 1/3 dei bambini è obeso, mentre al Sud circa il 40%. Proviamo ora a ricercare le cause dell’obesità infantile, con l’aiuto della Dott.ssa biologa nutrizionista Elisa Sturino.
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Le cause multifattoriali dell’obesità infantile
Dal momento che i casi di obesità legati a disfunzioni ormonali e ipotiroidismo sono rari, bisogna ricercarne le cause in altri modi.
E’ certamente vero che l’alimentazione sbagliata del bambino influisce enormemente sulla sua forma fisica, ma non è solo l’alimentazione dopo la nascita che influisce sul suo peso.
Difatti, secondo uno studio della University College Dublin, l’obesità infantile dipende molto dal tipo di alimentazione che la madre segue in gravidanza.
Si pensa che una cattiva alimentazione in gravidanza possa aggravare il rischio di obesità nel nascituro, specialmente intorno ai 10 anni.
Per realizzare questo studio, sono state analizzate più di 16000 donne in dolce attesa. A queste future madri è stato chiesto di descrivere la loro routine alimentare, a cui è stato assegnato un punteggio alto o basso in base al consumo di carne rossa e grassi saturi.
Carni rosse e grassi saturi sono la causa di infiammazione cronica nell’organismo. Dopo la nascita dei bambini, sono stati tenuti d’occhio i loro BMI: prima a 2 anni di età, poi a 6 e infine a 10.
Dalla ricerca è emerso che ad alimentazione cattiva e ricca di grassi saturi in gravidanza è associata una maggiore incidenza di obesità (o comunque di massa grassa) nei nascituri.
Per questo, la dieta delle donne incinte deve essere monitorata, preferibilmente da esperti della nutrizione.
Dieta bilanciata in gravidanza
Come abbiamo accennato, una dieta non bilanciata e ricca di cibi poco sani che infiammano l’organismo, è causa di problematiche legate alla massa corporea già nei nascituri.
Nell’articolo precedente, riguardo all’alimentazione da seguire in gravidanza, abbiamo già parlato approfonditamente di cosa non deve assolutamente mancare sulla tavola di una futura mamma.
Abbiamo inoltre fatto il punto sui cibi da evitare o consumare in minor quantità.
Una dieta bilanciata dovrebbe racchiudere tutti questi alimenti:
- legumi, importantissimi per la funzionalità dell’intestino e per combattere la stitichezza grazie alle loro fibre
- verdura e frutta, meglio se di stagione e cotta, oppure ben lavata con disinfettanti appositi
- carboidrati complessi, come pasta (preferibilmente integrale), cereali come orzo, quinoa, riso ecc.
- grassi insaturi, come avocado, omega-3 (pesce non troppo e ben cotto), olio evo (nelle giuste quantità senza esagerare!)
- tanta acqua, perché bere è fondamentale sempre per mantenersi idratati e sani, non solo in gravidanza.
Una madre abituata a uno stile di vita sano lo insegnerà al proprio figlio senza troppe difficoltà, avendo la certezza così, di migliorare il suo stile di vita e la sua salute nel lungo termine.
Cattive abitudini e poco esercizio
Secondo una ricerca del sistema di sorveglianza Okkio alla salute, il 35,6 dei bambini in Italia non fa una colazione corretta (sbilanciata in carboidrati e proteine); mentre l’8,7% salta quotidianamente la colazione.
Più della metà dei bambini, circa il 55%, consuma una merenda di metà mattinata troppo abbondante e di conseguenza non adeguata.
Il 25,4% assume quotidianamente bibite gassate e zuccherate. Il 24,3% consuma una porzione di frutta o verdura meno di una volta al giorno.
I legumi non vengono assunti abbastanza: il 38,4% dei bambini mangia legumi meno di una volta a settimana. Il 48,3% consuma snack dolci più di tre giorni la settimana, mentre il 9,4% consuma snack salati più di tre volte la settimana.
Per quanto riguarda l’attività fisica, sappiamo che più del 70% degli studenti non si reca a scuola a piedi o in bicicletta; il 43% circa ha la televisione nella propria cameretta; il 44,5% trascorre più di due ore al giorno davanti a TV, cellulare o tablet.
La sedentarietà è sempre più comune nei bambini, perciò è anche dovere dei genitori promuovere lo sport per mantenere i figli in salute fisica e psicologica, specialmente dopo una giornata dietro i banchi!
La percezione distorta delle madri
Sempre dai dati di Okkio alla salute, emerge che il 40,3% dei bambini con obesità viene percepito dalle madri come normopeso o addirittura sottopeso.
Il 69,9% delle madri ritiene che il proprio figlio non consumi dosi eccessive di cibo. Infine, il 59,1% delle madri con figli che non praticano sport o sono troppo sedentari, crede che il proprio figlio pratichi un’attività fisica adeguata.
Nel 2020 si è registrato un lievissimo aumento del tasso di obesità nei bambini (da 9,3% a 9,4%), probabilmente anche a causa della pandemia, che ha sicuramente influito sull’attività fisica e la sedentarietà.
Perché è così pericolosa l’obesità infantile?
L’obesità infantile si protrae spesso sino all’età adulta. Nel 2015, il 9,8% della popolazione italiana risultava obesa. Questo non è un problema soltanto estetico, bensì può rappresentare un rischio per la propria salute.
Non si deve assolutamente prendere sotto gamba questo problema. Se non viene risolta in età pediatrica, l’obesità viene portata avanti in età adulta e può causare:
- diabete
- ipertensione
- asma
- disturbi del sonno
Il BMI in età prescolare, quindi dai 6 anni, determina il peso e la forma fisica dell’età adolescenziale. Pare che a questa età, un valore di massa corporea alto determini infatti la persistenza dell’obesità, prima nell’adolescenza, poi nell’età adulta.
Più è precoce l’aumento di peso in un bambino, più alta è la probabilità che questa obesità si protragga nel tempo e nelle varie età.
L’età adolescenziale è il momento fatidico per la definizione della forma corporea. In questo senso, si può agire in modo da prevenire l’insorgenza di obesità nell’età adulta, oppure curare l’obesità già esistente attraverso un’alimentazione corretta e una giusta attività fisica mirata.